CENACOLO VINCIANO
a 550 m
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Il Refettorio di Santa Maria delle Grazie accoglie uno dei capolavori assoluti dell’arte in Italia: il Cenacolo di Leonardo Da Vinci. La collocazione di quest’opera proprio all’interno del luogo dove i frati si riunivano per mangiare, non è per nulla scontata. Non è banale infatti ricordare che il refettorio si trova a pochi passi dalla chiesa dove i religiosi ascoltavano le Scritture e venivano alimentati dall’Eucarestia.
Così, la presenza di quest’opera, in mezzo al gesto quotidiano del pranzo e della cena, era di continuo richiamo ai frati, come a mostrare che la vita della comunità religiosa è un’estensione della vita di Cristo e degli Apostoli.
In questo luogo, la tematica squisitamente religiosa si sposa con quella storico e artistica. L’Ultima Cena venne commissionata a Leonardo da Ludovico Sforza, allora duca di Milano, nel contesto di un progetto di abbellimento del convento e della chiesa di Santa Maria delle Grazie. A questo progetto Ludovico Sforza ci teneva parecchio perché qui il principe intendeva situare la propria sepoltura.
Così l’edificio, la chiesa e il refettorio, doveva essere un’opera d’arte sacra, appagare le ambizioni del duca e dare lustro alla sua città con opere di architettura e arte nello stile del periodo.
Leonardo con il Cenacolo Vinciano creò in Italia settentrionale un mirabile esempio della nuova prospettiva, inaugurata nell’arte fiorentina, aprendo la parete di fondo del refettorio con l’illusione di una stanza spaziosa dal soffitto a cassettoni.
L’Ultima Cena è un dipinto parietale a tempera grassa su intonaco di 460x880cm.
La tecnica utilizzata per la realizzazione però aveva gravi difetti: l’umidità della parete retrostante, esposta a nord, iniziò da subito a degradare il dipinto causando gravissimi danni nel tempo.
L’opera di Leonardo fu oggetto di uno dei più lunghi e capillari restauri della storia: 21 anni di lavori con le tecniche più all’avanguardia del settore dal 1978 al 1999.
La fama del dipinto è testimoniata anche dalla enorme quantità di copie che vennero realizzate da altri artisti.
Tra questi spicca quella di Giampietrino, assistente di Leonardo, che la riprodusse a grandezza naturale. Oggi è esposta al Magdalen College di Oxford.
L’opera di Leonardo è basata sul Vangelo di Giovanni 13:21, quando Gesù annuncia agli apostoli che sarà proprio uno di loro a tradirlo. Basandosi sulla tradizione dei cenacoli di Firenze, Leonardo progettò l’opera andando però a rinnovare notevolmente l’iconografia, ricercando un significato intimo e rilevante a livello emotivo dell’episodio descritto. Vennero studiati quindi i “moti dell’animo” degli apostoli, che risultano sorpresi e sconcertati dall’annuncio del Cristo.
In primo piano la lunga tavolata dell’Ultima Cena al centro della quale vi è Gesù, con le braccia distese ed il capo leggermente inclinato. Egli costituisce l’asse centrale della scena compositiva, sia grazie alle linee d’architettura sia grazie alle linee di forza degli apostoli. Il bilanciamento della composizione è curato nei minimi dettagli e persino le stoviglie e le pietanze sul tavolo contribuiscono a tale scopo.
Gli apostoli sono disposti in quattro gruppi da tre, equilibrati in modo simmetrico seppur diversi. Ne deriva un effetto di propagazione delle parole di Cristo, come un’eco a ondate che si allontana e genera stati d’animo diversi e percepibili nelle espressioni degli apostoli, curati singolarmente nella loro condizione psicologica in modo estremamente approfondito, senza però compromettere la percezione d’insieme unitaria.
sito di riferimento: www.cenacolo.it
fonte: http://www.turismo.milano.it
foto: dalla rete
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